In Pornland, Gail Dines getta uno sguardo senza mezzi termini sul porno e sul suo impatto pervasivo sulle nostre vite. Come l'industria del tabacco - con le sue potenti lobby e le sue sofisticate pratiche commerciali - le aziende del porno non si limitano a vendere i loro prodotti ma influenzano i legislatori, collaborano con i media tradizionali e sviluppano nuove tecnologie di streaming. Mentre l'età media della prima visione di un porno si abbassa in modo preoccupante di anno in anno, il consumo cresce esponenzialmente grazie all'ubiquità di Internet. Un porno dai contenuti sempre più hard core, violenti, sessisti e razzisti, diverso dal «Playboy» di ieri che pure ne ha preparato le basi, come ben ricostruisce l'autrice. Dines denuncia apertamente come l'onnipresenza del porno sia diventata un problema di salute pubblica che non possiamo più ignorare, dimostrando come questa catena di montaggio di prodotti pornografici si sia, di fatto, impossessata della nostra libertà sessuale.