In una ideale scala graduata da zero a dieci, l'umanità, specialmente occidentale, è, oggi, vicina al grado zero. L'uomo non è più il consumatore in senso classico, ma sono le cose a usare lui: la macchina (intesa come tecnologia applicata e come, già negli Anni Cinquanta del Novecento, profetizzavano i romanzi 'distopici' Il mondo nuovo di Huxley, 1984 di Orwell e Fahrenheit 451 di Bradbury) ha superato l'uomo, che di essa è diventato protesi. Di fronte a questo fenomeno, è facile comprendere che, a questo punto, il tempo residuo per intervenire, a monte, con politiche scolastiche, sociali e familiari, serie e rigorose, non è più molto. Solo la cultura, personalmente coltivata e acquisita, può ancora salvare la nostra intelligenza e la nostra autonomia di giudizio.