Il volume analizza da una prospettiva etnoantropologica le pratiche di accoglienza a favore di donne con background migratorio che si sono rivolte a un centro antiviolenza dell'Alto Adige. Intervistando donne di diverse età e provenienze e analizzando la documentazione di alcuni casi, emerge l'intreccio tra violenze istituzionali, sociali e interpersonali che formano il "mosaico di violenza" che caratterizza i loro vissuti. Inoltre, l'analisi dell'habitus professionale delle operatrici del centro antiviolenza svela la riproduzione di barriere strutturali all'interno di un apparato sociale e istituzionale, che risente di politiche reificanti e marginalizzanti relative ai fenomeni della violenza di genere e della migrazione. Il testo è soprattutto un'etnografia engaged, in cui l'esperienza di operatrice dell'autrice definisce la metodologia e gli obiettivi della ricerca, la quale percorre la strada di un'antropologia collaborativa e applicata al lavoro operativo. Ed è in questa direzione che il libro si rivolge non solo al pubblico accademico ma anche a operatori e operatrici che lavorano nei servizi di sostegno a donne con background migratorio, offrendo un'esperienza di riflessione condotta da un centro antiviolenza sul proprio operato e sui possibili percorsi di empowerment delle donne, in relazione alle diverse soggettività e agli specifici posizionamenti sociali.