Il testo si apre con il monologo interiore di un individuo X imprigionato in uno stato di coma. Il soggetto riflette sul significato della vita e sulle circostanze misteriose che lo circondano, avvincendolo. Descrive le distorsioni sensoriali che percepisce nel suo profondo, insieme ai dubbi sulla realtà che lo circonda. Teme di essere coinvolto in un esperimento condotto da alieni, sottomesso al delirio scientifico di forze sinistre. La protagonista analizza suoni, presenze non identificate, cerca indizi che la conducano fuori dall'incubo. Forse la sua stessa coscienza è aliena; un inganno nell'inganno. Lo stile di scrittura è caratterizzato da una prosa intima e riflessiva. L'autrice fa ricorso a metafore e similitudini per tradurre le tormentate emozioni della protagonista. La storia affronta temi complessi e universali: l'identità personale, la percezione della realtà e il significato stesso dell'esistenza. Maria Chiara De Cristoforo esplora le profondità della coscienza umana nella ricerca combinata di scopo e verità. Perché forse, sospetta l'autrice, la vita è una bugia, buffa e sediziosa. Un postaccio misero e sporco. Ma pur sempre affascinante.