Gli antichi credevano che l'orso uscisse dal suo letargo dopo aver compiuto un lungo viaggio nel paese degli spiriti, facendo scorta di tutte le energie cosmiche possedute dalle anime dei morti. E che al suo risveglio emettesse un enorme peto liberatore, ridistribuendo così le energie dell'aldilà nel mondo degli umani. In questo modo per un istante i due mondi erano in contatto. Il rapporto che l'uomo intrattiene con gli animali dipende essenzialmente dal livello dello sviluppo della coscienza. Questa affermazione non significa necessariamente qualcosa di positivo in quanto l'acquisizione di coscienza può anche equivalere alla perdita di qualcosa di importante sul piano psichico e relazionale. L'orso, per la sua particolare somiglianza con l'uomo, e forse anche per un'antichissima competizione sui luoghi dove trovare riparo, ha subito un rapporto di amore e odio, fondamentalmente un rapporto proiettivo tale da generare una vera e propria persecuzione che si è prolungata per millenni. Le più incredibili proiezioni umane si agganciano a ogni particolare dell'orso. Dalla coda corta al sonno invernale, dal pelo folto al modo di grattarsi il dorso contro gli alberi, dalla golosità alle dimensioni dei piccoli, dalla incontenibile foga sessuale alla madre che lecca e nutre i piccoli, tutto è dotato di poteri magici e tutto diventa proverbio e leggenda.