VI sec. a.C. Un giovane ventenne s'imbarca per l'Egitto, spinto dalla sua voglia di conoscenza. Per quasi 40 anni resta a contatto con i più grandi sacerdoti egizi, greci e babilonesi, vedendo ed interpretando papiri che non sono giunti ai giorni nostri e disegni che andranno a comporre libri apocrifi o "scomodi". Quando fa ritorno nella sua Samo, Pitagora viene venerato come un dio, per via della sua immensa sapienza. Conoscenza che decide di tramandare a pochi eletti: spostatosi a Crotone, fonda una scuola, la cui regola fondamentale è l'assoluto riserbo su ciò che viene insegnato. Nulla riuscì mai a trapelare, fino a quando Filolao, ultimo discepolo della scuola, accettò di svelare le dottrine dell'antico maestro scrivendo un libro per pochissimi disposti a pagarlo una fortuna. Ciò che emerse fu, a prima vista, incomprensibile: Pitagora parlava di un sistema cosmologico nel quale esisteva una "AntiTerra" che si trovava tra la Terra e il "Fuoco centrale". Identificando quest'ultimo con il Sole, gli studiosi non sono mai riusciti a capire cosa fosse la "AntiTerra" pitagorica. Ma se proviamo a ribaltare la prospettiva, le cose cambiano e le corrispondenze balzano agli occhi anche nei testi sacri dei popoli antichi e, soprattutto, nella Genesi biblica. Che cosa aveva scoperto, Pitagora, di così sconvolgente da non dover essere rivelato a chi non fosse pronto a mantenere il segreto? Cos'è la "AntiTerra", e dove si trova?