Le attività lavorative che venivano svolte un tempo sull'Adige e lungo le sue rive rappresentavano componenti fondamentali di un mondo diversificato e operoso conservatosi fino ad alcune decine di anni fa. Il fiume, via di comunicazione fin dai secoli più lontani, rappresentava una fonte primaria di lavoro e prosperità e lungo le sue rive venivano svolte operazioni di ogni tipo. Insieme ai barcaioli e agli zattieri, ai mugnai e ai pescatori, svolgevano i loro compiti tanti altri artigiani e addetti alle mansioni più disparate: tintori, follatori, cavatori di sabbia e ghiaia, maestri d'ascia che costruivano barche e chiatte, carrettieri, facchini, traghettatori e persone che frequentavano le rive per svolgere faccende quotidiane oggi svolte con le moderne attrezzature. Di tutto questo insieme di operosità che caratterizzava l'Adige per gran parte del suo corso, dalle valli alpine alla foce, si fa fatica, ora, ad individuare anche i deboli segni che lo ricordano. Il volume ha il merito di riportare alla luce in modo ampio e approfondito questo mondo scomparso, forte di elementi ambientali e antropologici e parte integrante della storia e cultura materiale atesine.