Le storie di Sunday e del signor Alif tratteggiano due momenti dell'esperienza della migrazione: nella prima è posto l'accento sulla scelta del viaggio, nella seconda l'attenzione è portata sulle complesse dinamiche psicofisiche successive all'approdo. È qui che il soggetto migrante incontra l'educatore ed è qui che quest'ultimo elabora il suo approccio, antitetico a quello normato dalla "società del permesso": il progetto Eridu, la sospensione del giudizio, l'ascolto partecipe, il riconoscimento dell'Altro. Una terza parte è dedicata a mettere in evidenza i pregiudizi che affliggono le persone nere nel nostro Paese, utilizzando la formula paradossale di un codice, raccapricciante per la sua tragica aderenza alla realtà. In chiusura, un elenco di chi migra abitualmente senza permesso, un poema di Senghor e le confessioni di un educatore.