In pochi anni, alla fine del XX secolo, l'Europa è diventata una società multietnica: senza alcuna programmazione, senza alcun progetto, senza una guida politica. Oggi su 375 milioni di europei, ben 40 milioni vivono fuori dal loro paese d'origine: in quasi tutte le nazioni e le città europee, gli immigrati sono più del 10%. La maggior parte di loro arriva dall'Africa, dall'Asia, dall'America Latina. Ma questi immigrati - che hanno culture e tradizioni molto diverse dalle nostre - in quale misura sono assimilabili? E che cosa succederà degli "indigeni" europei, con il loro basso tasso di natalità e sempre più anziani? E in particolare, quale può essere il rapporto con una minoranza di 20 milioni di persone, culturalmente coesa, come quella musulmana?