Negli opuscoli delle università non conta più la passione per il sapere, ma i sorrisi che saldano una complicità giovanile sui prati di un campus che potrebbe essere Stanford, Yale, Cambridge o Oxford, ma che quasi sicuramente è il campus di un'azienda travestita da istituzione universitaria, dove la vocazione per il sapere non ha mai trovato posto. Bisogna essere contenti, entusiasti, fiduciosi di avere davanti un futuro radioso, non c'è altra possibilità. Non c'è da stupirsi, quindi, che la macchina del capitalismo cerchi di trasformare ogni occasione, ogni espressione, in sorriso, e, all'opposto, si affanni a trasformare ogni sorriso in slogan, quasi come se la vita fosse una pubblicità perenne, come succede nel film The Truman Show (1998) di Peter Weir. La teoria dell'astuccio è una raccolta di articoli e interviste pubblicati fra il 2016 e il 2022 su quotidiani e riviste. Si tratta di testi che non intrattengono un legame stretto con l'attualità in senso giornalistico, ma si presentano piuttosto come riflessioni di ampio respiro sulla società e sulla cultura del nostro tempo.