Il libro della giornalista Carla Guidi (con una nota introduttiva del sociologo Franco Ferrarotti e del giornalista e sociologo Pietro Zocconali, Presidente A.N.S) registra i significativi valori di alcuni fenomeni sociali ed artistici, scelti in funzione del fatto di possedere alcune caratteristiche in comune, ma soprattutto in quanto capaci di esprimere collettivamente un disagio, un problema e contemporaneamente rappresentare la ricerca attiva di una risposta, di una risoluzione creativa, permettendo infine un movimento economico ed occupazionale non indifferente. Con la collaborazione del fotografo Valter Sambucini, si vuole mettere in evidenza la ricerca sociale - espressa attraverso prassi e manifestazioni - di un'identità attraverso la storia, la memoria personale-antropologica e dei territori ma, al contempo, l'esercizio della creatività attraverso gli scambi culturali tra le etnie e le metamorfosi evolutive in rapporto all'immaginario delle mitologie, ad opera dei linguaggi dell'arte. Infatti, nel suo contributo al presente testo, lo storico dell'arte Giorgio Di Genova ha comparato i racconti fotografici di Valter Sambucini a Lo cunto de li cunti: Il fil rouge, che percorre questi soggettivi reportages di Sambucini, è fortemente impregnato di interesse per la spettacolarità sia degli effetti visivi che dei comportamenti umani e delle produzioni creative, nonché dei loro sottintesi rapporti. Inoltre, come risulta evidenziato dalla scelta dell'immagine di copertina, Carla Guidi ha notato un rapporto molto stretto tra i percorsi pittografici della Street Art ed i percorsi incisori degli artisti del Tatuaggio, che utilizzano entrambi un immaginario nato da un evocativo eclettismo multiculturale e multimediale. Si tratta di un rapporto simbolico tra la pelle umana ed i muri delle città, in quanto entrambi in funzione di confine io/altro; protezione e glorificazione dell'individualità psicofisica ma anche primo spazio interattivo di comunicazione sociale, mettendo in atto singolarmente la ricerca di un nuovo habitus identitario così come la città diviene organismo rispettoso della memoria antropologica e dell'evoluzione nella creatività artistica, contrastando il degrado e l'anomia. Sono anche queste le considerazioni attentamente valutate nelle Postfazioni dello scrittore Roberto Morassut e del Presidente dell'Ass. Etica Massimo De Simoni. Riguardo in particolare al tatuaggio, vi sono i contributi di Eliseo Giuseppin, sulla diffusione geografica del tatuaggio nella preistoria, e dell'artista Marco Manzo, che ha appena pubblicato il suo "Manifesto del tatuaggio Orna-Mentale" sottolineando, in linea con i propositi di questa ricerca, che l'intervento sul corpo umano non deve né può dimenticare la sacralità dell'essere, spesso irretito da un frenetico susseguirsi di mode occasionali o stili di vita, a volte non rispettosi della salute psicofisica o addirittura della stessa fisiologia. A conclusione un articolo riguardante l'Accademia Ars Estetica.