La messa in ridicolo dell'altro è una parte integrante del comportamento sociale degli esseri umani. Nell'attuale panorama mediale l'oggetto del ridicolo acquisisce però una peculiare centralità, essendo uno dei fulcri più frequenti su cui converge l'attenzione dei pubblici. L'evoluzione della semantica della celebrità che ha accompagnato il web 2.0 è infatti intimamente legata a processi di dileggio online. La figura dello zimbello e quella della celebrità hanno trovato nel digitale numerose occasioni di sovrapposizione. L'essere "odiati perché celebri" non è un fenomeno esclusivo della società delle reti, ma i social media, traducendo l'attenzione degli utenti in spazio di visibilità, hanno aumentato le possibilità di essere "celebri perché odiati" o "celebri perché derisi". Il volume indaga i legami fra derisione e fama nella cultura digitale, analizzando i significati, i piaceri e le relazioni che i pubblici connessi elaborano attorno ai soggetti che ridicolizzano. Per farlo si storicizzano questi mutamenti, in particolare nel decennio 2006-2015, periodo cardine della popolarizzazione dei social media in Italia, che precede e mette le basi dei successivi sviluppi delle creator industries e della influencer culture. Il luogo di osservazione di tali dinamiche è quello delle star del ridicolo di YouTube Italia, persone ordinarie diventate famose online perché trovatesi al centro del ludibrio e che incarnano un paradosso fra elevazione e degradazione, fra trash e trascendenza, che necessita di essere esplorato