Si può sfuggire alla rigida dicotomia di genere imposta dalla cultura dominante? Come concepire nuove soggettività politiche a partire da identità sessuali non unitarie, dinamiche, complesse: in una parola, nomadi? Sulla scia di Gilles Deleuze e Luce Irigaray, Rosi Braidotti riscrive la teoria femminista intrecciando racconto autobiografico e riflessione filosofica. In questo libro, già da tempo considerato un classico del pensiero contemporaneo e qui presentato in un'edizione completamente rivista e ampliata, la filosofa si interroga sulla possibilità di una politica nomade materialista, contraria a ogni forma di esclusione e ingiustizia, e rivendica lo statuto della corporeità e della sessualità nelle nostre società ibride, in costante divenire.