Una ridefinizione critica, da un punto di vista non convenzionale, della storia politica italiana ed europea successiva al 1968 e al 1989 e una confutazione, senza possibilità d'appello, dell'odierna "religione unica" del liberalismo assoluto come filosofia del disincanto e della "fine capitalistica della Storia". Questo libro rappresenta una posizione sì decisa, ma anche aperta al confronto, sui problemi di interpretazione connessi alla "fine del comunismo storico novecentesco", alla "conversione" al dogma neoliberale e al postmoderno della sinistra europea, al mutamento della struttura di classe nell'epoca del capitalismo "puro" e al giudizio sulle ipotesi dialettiche per la ricostruzione di alleanze politiche, su basi anticonformiste e di contrasto al colonialismo liberale contemporaneo.