Il tema dell'inclusione è all'ordine del giorno nel dibattito collettivo. In ambito culturale, cosa significa "includere"? Perché talvolta ci capita di avere l'impressione di non capire il significato di quanto visitiamo? Cosa occorre per far sì che una persona che non abbia mai vissuto un'esperienza culturale, inizi a percepire di essere parte della comunità a cui il patrimonio culturale appartiene? Cosa occorre per rendere "compartecipato" il mondo della cultura? Al di là di soluzioni e scelte specifiche, alcuni processi cognitivi e percettivi sono alla base di ogni interazione tra la persona e l'ambiente: il modo in cui si realizza l'offerta culturale, si allestiscono esposizioni, sia fisiche che digitali, si comunica con una popolazione sempre più eterogenea e in rapido mutamento è il presupposto per un'interazione soddisfacente, emozionante, formativa con i luoghi della cultura e della memoria. Co-progettare adottando il criterio della centralità della persona e dei relativi bisogni è un modo per ridurre le disparità e per rendere la popolazione attivamente responsabile della cosa comune da restituire alle generazioni future in condizioni migliori di quanto abbiamo ereditato.