«Non sei della tribù. Hai sbagliato foresta»: due icastici versi di Giorgio Caproni, l'epigrafe ideale per i nostri anni ossessionati dall'identità. Identità culturale, nazionale, regionale, gastronomica, padana, veneta, catalana... ormai sembriamo preoccupati solo di stabilire chi appartiene alla tribù e chi no, chi deve stare nella nostra foresta e chi andarsene, chi è «noi» e chi è «loro», angosciati dalla nostra identità da affermare, da difendere in quanto paurosamente minacciata dal proprio declino. Le nuove parole d'ordine sono delimitare, escludere e soprattutto «rimettere a posto» i diversi, per vincere la ripugnanza suscitata dal «disordine» che essi sembrano introdurre. Questo libro passa in rassegna i misfatti del furore identitario nella nostra conversazione culturale, dall'atteggiamento verso i migranti e i rom all'ossessione per la purezza, persino alla moda dei tatuaggi. Una guida alla nostra foresta, un filo per uscirne.