Dal lupo delle pitture parietali preistoriche al Upuaut egiziano, dal Fenrir germanico al "lupo blu" dei mongoli, dalla Lupa capitolina e dal "frate lupo" caro a Francesco d'Assisi alla "Bestia del Gévaudan" e al lupo delle fiabe, l'interesse per questo animale accompagna l'uomo da migliala di anni, anche se assume forme e segni diversi (anche opposti). In questo saggio Bernard Marillier analizza le valenze simboliche del lupo in tutte le sue molteplici espressioni mitiche, storiche e letterarie, spaziando dall'epica nordica, soprattutto scandinava, al mito greco e latino, dal folklore europeo all'epopea cinese, mongola e turca, passando per la licantropia, la fiaba, la lessicologia (dai proverbi ai toponimi) e approdando infine all'alchimia e all'araldica. "Animale della luce" in grado di conoscere "le vie del Cielo e della Terra" per i pagani, il lupo fu concepito dal cristianesimo come una creatura demoniaca, simbolo di dissolutezza, malvagità e delle forze ostili alla fede. Per questo divenne l'animale feticcio dei maghi e degli stregoni, che potevano assumerne la forma e comprenderne il linguaggio. Da allora è il "grosso lupo cattivo" delle leggende e delle favole raccontate nelle nostre campagne e nella letteratura infantile.