La memoria è la sopravvivenza della storia: incorporata nel linguaggio fornisce gli strumenti per comprendere il presente e agire in esso secondo la volontà e gli obiettivi di individui e gruppi sociali. Ma in situazioni di rapido e intenso cambiamento quali quelle che le società occidentali, e via via tutte le altre, hanno continuato a vivere dai tempi della rivoluzione industriale, il potente ausilio della memoria può trasformarsi in ostacolo. Applicata al concetto - e alla realtà - delle classi, questa che è la tesi centrale del libro di Bauman consente di effettuare la sintesi dei risultati ormai acquisiti di tutta una serie di ricerche: dalle analisi di Foucault, passando per i contributi di F. P. Thompson e Barrington Moore, di Offe e Touraine. Bauman mette in evidenza uno straordinario effetto incrociato della memoria storica: quello per cui alle origini della società industriale la costituzione in classe avvenne in gran parte con gli occhi rivolti a un mitico passato artigiano, mentre nell'attuale fase neocorporativa la retorica classista dei garantiti rischia di compromettere definitivamente quel che resta di un'identità collettiva non più vissuta come tale.