Le tracce digitali sono sia oggetto di ricerca sociale, che prodotto del modello piattaforma digitale che di esse si alimenta. Permettono di ricostruire la re-intermediazione delle relazioni sociali operata dai media digitali, poiché rappresentano materiali ricchi di informazioni ed evidenze empiriche. Chi fa ricerca deve confrontarsi con questo stato di cose con approccio critico, caso per caso, mantenendo sempre i principi etici di svolgimento della ricerca sociale come guida principale. In una società ormai sempre più digitale, nella quale le tecnologie hanno assorbito gran parte delle nostre relazioni, la ricerca sociale è chiamata al compito di ripensare se stessa all'interno di una cornice teorica e metodologica che deve tenere conto di una molteplicità di fattori, di attori sociali umani e non-umani e delle loro interazioni, di algoritmi e piattaforme. In questo contesto, le 'tracce digitali' che individui e gruppi sociali lasciano nei media digitali come segno delle loro attività rappresentano, per ricercatori e ricercatrici, un'importante modalità di accesso allo studio di pratiche, opinioni e interazioni, prima inaccessibili. Il libro presenta una collezione di studi e ricerche di matrice sociologica che raccoglie la sfida posta dalla società digitale, utilizzando tali tracce come porta di accesso allo studio dei fenomeni sociali. Attraverso una raccolta di saggi che variano dallo studio dell'opinione pubblica digitale, alla diffusione dell'estremismo in Rete, alle narrazioni e ai modelli narrativi degli utenti dei social media, fino alle cripto-valute e all'OSINT, il volume mostra come le tracce digitali possano essere utilizzate, proficuamente ed eticamente, per comprendere meglio, sia pur nella sua forma "fragile", parziale e provvisoria, la realtà sociale che emerge dalle modalità attraverso cui le tecnologie digitali si innestano nel quotidiano.