Transizione verde e transizione digitale aprono nuove opportunità, con ricadute importanti sul mercato del lavoro e sulle dinamiche socio-economiche. Tuttavia, come ogni cambiamento, richiedono speciali abilità: per questo il 2023 è stato dichiarato Anno europeo delle competenze, con azioni e investimenti volti a potenziare e valorizzare le capacità individuali. In questo contesto, la situazione italiana è delicata, con un alto tasso di disoccupazione femminile e giovanile e un numero elevato di giovani NEET. La presenza immigrata, che ormai rappresenta stabilmente più dell'8% della popolazione e genera circa il 9% del PIL, risente particolarmente delle criticità del mercato del lavoro: l'Italia attrae soprattutto manodopera non qualificata, inseribile nei lavori stagionali e manuali; ma anche i lavoratori qualificati vengono spesso inseriti in mansioni di basso livello, limitandone le opportunità di integrazione. Inoltre, per il triennio 2023-2025 è previsto l'ingresso di oltre 450 mila lavoratori non comunitari, che andranno ad aggiungersi ai quasi 2,4 milioni di lavoratori immigrati già presenti. Le sfide per l'Italia e per l'Europa, necessarie per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Agenda 2030) e quelli del piano Next Generation EU, sono dunque molteplici. Indubbiamente, la valorizzazione dei talenti di giovani, donne e immigrati rappresenta uno dei punti chiave di questo percorso.