I fatti accaduti in Romagna nel mese di maggio rimarranno indelebilmente nella memoria personale e collettiva. Questo libro è nato dal desiderio di custodire l'esperienza di quei giorni attraverso le voci di chi li ha vissuti. Il frutto è un racconto corale, popolare e sinfonico, dove i temi ritornano, con sfumature e accenti diversi, si rincorrono e si approfondiscono, restituendoci dal vivo il dramma: l'isolamento dovuto alle frane, le città, le case e i campi invasi dall'acqua e dal fango, l'odore insopportabile dell'acqua stagnante per giorni e giorni, la paura, la disperazione, la rabbia, il dolore per ciò che si è perduto... Se la forza devastatrice dell'acqua è stata oltre ogni previsione e immaginazione, essa non è risultata, però, l'unica protagonista. Immediatamente è sgorgata dal cuore di tante persone un'onda di bene, desiderabile anche nella normalità del vivere. Tanti hanno riscoperto il valore di essere comunità, trovando nei loro sacerdoti e nel popolo cristiano una realtà vicina, che si è sporcata le mani per rispondere alle necessità delle persone e delle famiglie fino ad abbracciarne la domanda di senso che ogni dramma porta con sé e il desiderio che la vita buona intravista possa essere seme di una vita migliore.