Per qualche decennio del XX secolo, specialmente negli anni Sessanta e Settanta, la fantarcheologia è stata una potentissima batteria per l'immaginario collettivo. Discorso quanto mai di confine, oscillante sul crinale tra la concretezza del vero e le meraviglie del possibile (e dell'impossibile), la fantarcheologia è stata anzitutto un modo di re-immaginare il passato del nostro pianeta: antiche e avanzatissime civiltà come Atlantide e Mu, incontri fra umani ed extraterrestri in epoche remote, oggetti fuori dal tempo, invenzioni impossibili. Per tutti gli anni Settanta, l'Italia è stata uno dei laboratori più vitali di questo tipo di speculazioni, anche grazie ai best seller di un autore geniale e inclassificabile come Peter Kolosimo (1922-1984): libri carichi di fascino e suggestione che influenzarono generazioni di lettori, scrittori, cantanti, con le loro copertine essenziali e titoli evocativi come Terra senza tempo, Astronavi sulla preistoria, Non è terrestre... Dai contattisti agli scettici, dal gruppo Clypeus ai misteri del monte Musinè, gli autori di questo libro spaziano tra saggistica e narrativa di finzione per delineare uno strabiliante viaggio tra reperti misteriosi e storie fantastiche, con approfondimenti su personalità fondamentali per la fantarcheologia come Erich von Däniken, Robert Charroux, Mauro Biglino e tanti altri. Nel centenario della nascita di Kolosimo, Almanacco della fantarcheologia riporta in vita quella stagione, vicinissima alla nostra nel tempo ma lontanissima nello spirito, in cui le barriere del possibile parevano più sottili che mai e l'immaginazione poteva dirsi, davvero, al potere.