Il Medioevo, definito il secolo buio, per certi aspetti è istato illuminato da alcuni filosofi dell'epoca che hanno avuto il merito e il coraggio di affrontare il tema della povertà, non solo all'interno di una concezione fideistica dell'esistenza ma anche razionale, dove fides et ratio generano saggezza anche per le autorità civili che, per la prima volta in Europa allargano le loro competenze verso i poveri, non solo in un'ottica di mantenimento dell'ordine pubblico, ma anche di prevenzione e promozione di migliori condizioni di vita. Oggi come allora, il numero dei poveri è sempre in aumento. La beneficenza privata non basta, soprattutto in un Paese come l'Italia che da anni ha dimenticato di sviluppare validi programmi di politica industriale in ottemperanza all'art. 1 della Costituzione. Quali risposte può e deve dare il decisore pubblico davanti al fenomeno della povertà assoluta e delle nuove povertà che colpiscono gruppi sociali, fino a qualche anno fa al riparo da richieste di assistenza o di inclusione sociale? Il libro prova a mettere ordine su un tema delicato con lo scopo di formare nel lettore un giudizio che tenga conto della complessità dei fattori in gioco.