Le parole sono al centro dell'attenzione di questo libro: sia quelle degli operatori e delle persone di cui si prendono cura, sia quelle del formatore. La differenza consiste nel fatto che le prime, quelle che sono già state dette, fanno parte della realtà storica e sono immodificabili; le seconde invece devono ancora nascere, si possono scegliere per favorire una formazione e una convivenza sufficientemente felici. Il libro vuole essere appunto una guida all'ascolto e alla scelta delle parole da dire. Questo approccio originale alla formazione è arricchito, nella prima parte, da una cornice metodologica più generale. Il testo è scritto a due mani e riflette la storia personale e lo stile degli autori, sempre lontano da quello accademico e vicino alla realtà concreta dei formatori, degli operatori e degli utenti. Si rivolge a chi fa formazione ma anche a chi la progetta e a chi ha capito che il benessere degli anziani fragili, in particolare quelli smemorati e disorientati, è condizionato dal modo di porsi degli operatori e dalla formazione che viene loro proposta.