Il volume illustra i fondamenti di un approccio anti-oppressivo nel servizio sociale, tenendo conto del modo in cui la disciplina e la professione hanno preso forma in Italia. Da un lato, si discutono concetti utili a orientare analisi e pratiche di cura partecipate, minimamente intrusive ed emancipatorie, nella cornice di un'ottica trifocale; dall'altro, si mettono in luce le variabili che possono portare l'intervento del servizio sociale in una diversa direzione, generando tensioni, ambiguità e talvolta azioni ingiuste. Il libro offre così strumenti a supporto di un costante esercizio di riflessività critica, intesa come competenza di professionisti e studiosi che non intendono assumere il riferimento a un'etica astratta, ma si interrogano costantemente sui modi in cui il pensiero e l'azione si sono sviluppate e interagiscono con diversi modelli culturali e valoriali e relazioni di potere oppressivo o trasformativo.