Il 7 dicembre 1921, in un appartamento borghese dello stabile di via Nizza 9, a Torino, vennero rinvenuti i cadaveri della sessantacinquenne Carolina Cogo e della sua dama di compagnia, Rita Bordon, di ventitré anni, apparentemente uccise dalle esalazioni della stufa. Non occorse molto, agli inquirenti, per accorgersi che si trattava di una messa in scena maldestramente allestita nel tentativo di coprire un duplice, efferato omicidio. Il delitto Cogo infiammò Torino in un momento storico estremamente delicato per l'Italia e si dipanò tra mille colpi di scena. A distanza di un secolo, l'autrice è in grado di dissipare le ombre che ancora avvolgono il "caso Cogo": Laura Fezia è infatti la pronipote di Luigi Teodoro Messea, il giudice che emise la sentenza e in questo libro svela tutti i retroscena del giallo finora rimasti inediti.