L'opera si propone di esaminare le nuove pene sostitutive disciplinate dalla L. n. 689 del 1981, alla luce delle modifiche introdotte dal D.L. n. 134 del 2021, attuato dal D.Lgs. n. 150 del 2022, c.d. Riforma Cartabia. La prima parte ripercorre ed esamina brevemente le vecchie sanzioni sostitutive e le funzioni che le stesse hanno avuto a livello europeo e nazionale, prima della riforma Cartabia. Vengono evidenziate le cause del primo fallimento delle misure sostitutive, in ragione della necessità di abbandonare la visione carcero centrica esistente e di garantire una risposta punitiva individualizzata, mirata alla rieducazione e alla risocializzazione del condannato. La seconda parte è interamente dedicata all'analisi delle nuove norme - post riforma - e, nel dettaglio, all'esame degli istituti della semilibertà sostitutiva, della detenzione domiciliare sostitutiva, del lavoro di pubblica utilità sostitutivo e della pena pecuniaria sostitutiva. Viene esaminato l'impatto che le nuove pene hanno nel sistema sanzionatorio penale, in un'ottica di perseguire il fine deflativo carcerario e gli scopi rieducativi e risocializzanti tipici della pena. Particolare attenzione viene riservata alle modifiche inserite nel codice di procedurale penale, con l'introduzione della c.d. sentencing, ai sensi dell'art. 545 bis c.p.p., delle norme di coordinamento in materia di misure cautelari, riti speciali, impugnazioni e fase esecutiva e con il raccordo con le già presenti misure alternative alla detenzione. Il lavoro si chiude con una breve rassegna dei recenti protocolli stilati dai vari Tribunali (Milano, Pavia, Bologna e Torino) per l'applicazione delle pene sostitutive, con l'introduzione di una sorta di "manuale d'uso" per gli operatori di settore; da ultimo, sono stati riportati i modelli dei provvedimenti applicativi delle pene sostitutive, predisposti dal Tribunale di Milano.