Il volume analizza il complesso rapporto tra consorterie mafiose e gruppi eversivi di estrema destra (1965-1984), soffermandosi sulla natura dei legami intercorsi e su un ipotetico fenomeno di contaminazione delle prassi operative perpetrate. Nello specifico, l'opera cerca di circoscrivere il livello di interazione tra questi due agenti definendo, secondo una scansione temporale ben precisa, ove esso abbia vestito i panni di una semplice convergenza oggettiva o, all'opposto, dove sia configurabile una vera ibridazione dei modus operandi. L'applicazione di un approccio reticolare, coadiuvata dalla manifestazione di un rinnovato interesse verso lo stragismo e le dinamiche ad esso interconnesse, profilano le tappe di un imprescindibile processo circolare tra scienze sociali che ad oggi può riscrivere la storia di alcune delle pagine più buie dell'Italia repubblicana.