Sintesi di storia d'Italia politicamente scorretta

Editore: Pagine
EAN: 9788875576349
Pagine: 217 p. , Libro
In commercio dal: 5 novembre 2020
Collana: I libri del Borghese
A partire da 18,00 €

Descrizione

«Mentre dal 1861 sino a tutto il periodo fascista, la classe dirigente ha cercato di mediare i propri interessi di classe nell'ambito dell'unità nazionale, talvolta del nazionalismo, dopo il 1945 e dopo l'inserimento del nostro paese nell'area egemonica statunitense, le cose sono progressivamente cambiate. Con questa lettura politicamente scorretta Marco Rossi ci fornisce una storia d'Italia dal 1945 sino ai nostri giorni, completamente diversa dalla vulgata che si legge nei libri di storia. L'Italia del boom economico danneggia gli equilibri europei, gli anni Settanta "di piombo" con il terrorismo e le stragi e il progetto del "compromesso storico" si spiegano nell'ambito di un conflitto globale tra USA e URSS e pure di un parallelo conflitto tra Italia e Gran Bretagna e Francia, Mani Pulite tra il 1992 e il 1995 diventa un golpe, che annulla la classe dirigente politica italiana ostile all'Euro e alla privatizzazione dell'IRI e delle grandi Banche di Stato, infine la normalizzazione dell'Italia globalizzata di Berlusconi, di Prodi e di d'Alema segna quasi la fine di ogni reale indipendenza italiana, assieme al suo declino economico. L'ennesimo golpe di Monti del 2011 rappresenta la fine dell'indipendenza e l'estremo servaggio italiano ai poteri forti del turbocapitalismo internazionale, oltre che l'inesorabile impoverimento del paese. In questo scenario l'1% più ricco degli italiani fa affari d'oro ed è complice dell'asservimento internazionale dell'Italia al turbo-capitalismo, mentre l'altro 99% della popolazione (ceti medi e popolari) perde continuamente le posizioni economiche e sociali, così la frattura tra la classe dirigente (l'1% più ricco) e il popolo ( il 99% meno ricco ) si fa sempre più grande, nascono così il populismo e il sovranismo, sia di destra che di sinistra, come espressione politica e di protesta del popolo contro la volontà della classe dirigente italiana e mondiale.Lo stato nazionale, che sembrava un ferro vecchio della storia passata, ritorna invece prepotentemente ad assurgere a insostituibile strumento politico per difendere gli interessi e le identità del popolo ( il 99% meno ricco ), mentre l'1% più ricco vorrebbe definitivamente distruggere tutti gli stati nazionali.»

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