«Sono spesso i ricordi a muovere il presente, a scuoterlo e a definirlo perché da essi si sprigionano insegnamenti ed esempi destinati a sfidare le barriere del tempo per farsi concretezza di vita e di storia. Lo scrigno dei ricordi si apre con devozione e con tanto senso di rispetto quando si ha a che fare con testimoni di santità che hanno percorso le nostre stesse strade, anche se non hanno mai incrociato i nostri sguardi. Pertanto, provo grande piacere a dischiudere questo forziere e ad aprire umilmente la strada alla lettura del testo biografico che segue, nel quale ci viene presentata la figura del servo di Dio, padre Giuseppe Battistella, religioso sacerdote dei Figli di Santa Maria Immacolata, uomo che ha messo il cuore in tutto ciò che faceva, maestro buono che ha fatto dell'amore a Gesù l'unità di misura delle cose, delle persone e delle situazioni, come una carezza che ti sfiora l'anima e si annida nel cuore con genuinità. Per padre Battistella, uomo di umili origini dedito fin da piccolo al lavoro dei campi, non è fuori luogo parlare di "eleganza della santità" e di "raffinatezza nella semplicità", perché "l'eleganza non è una qualità esteriore, bensì una manifestazione dell'anima che si rende visibile al mondo" (Paulo Coelho). Si tratta di un'eleganza da leggere, chiaramente, in termini di finezza interiore, di sensibilità di spirito, di armonia di vita, e non è certo da intendere sulla base di canoni estetici, o di frequentazioni presso boutique o atelier di alta moda, né tanto meno di conversazioni in chissà quali accademie o istituti professionali. La raffinatezza di padre Battistella emerge con candore dalla sua semplicità. Sì! Perché la semplicità, come la sobrietà, è eleganza. L'uomo di buon gusto è semplice nei suoi bisogni, nelle sue richieste, nel suo stile di vita, nel suo tratto relazionale, ma non è indifferente, senza ambizioni, senza sogni, senza aspettative...» (Dalla Presentazione di Roberto Amici)