Nelle società che hanno finalizzato l'economia alla crescita della produzione di merci, il consumismo è una pubblica virtù, il denaro da mezzo di scambio è diventato il fine della vita, i rapporti umani sono per lo più di carattere commerciale, il ben-essere viene identificato col tanto-avere. Queste sono le connotazioni essenziali della mutazione antropologica avvenuta a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso. In questo libro, si sostiene che la dimensione materiale, pur essendo importante, non esaurisce le connotazioni costitutive degli esseri umani e, se si assolutizza, genera sofferenza. Per questo è fondamentale rivalutare la spiritualità, le relazioni umane fondate sul dono reciproco del tempo e la solidarietà, la conoscenza disinteressata, il fare bene al posto del fare tanto, la gentilezza, la contemplazione della bellezza che caratterizza ogni forma di vita, animale e vegetale.