Rifiutarono i dogmi e i sacramenti della Chiesa di Roma, predicarono il ritorno alla purezza evangelica e cristallizzarono attorno a sé le numerose inquietudini che agitavano la spiritualità cristiana dopo l'Anno Mille: questi i tratti distintivi dei catari, che trovarono un fertile terreno di diffusione nella Linguadoca dell'amor cortese e della poesia dei trovatori. Imperniato su un dualismo radicale, con radici nelle «eresie» antiche e medievali, il movimento cataro elaborò una dottrina rigorosa e un'etica ascetica, sviluppandosi così rapidamente da diventare un agguerrito rivale agli occhi della Chiesa e un elemento pericoloso per l'unità della cristianità. Dopo vani tentativi di riconquistare gli eretici mediante la persuasione, Roma optò per la forza, scatenando una sorta di «guerra santa» che insanguinò la prima metà del XIII secolo. Il volume offre un'accurata ricostruzione delle origini del catarismo e della sua dottrina, ripercorrendo una parabola storica che ebbe un'influenza profonda anche sul piano sociale e politico.