Mishima Yukio (1925-1970) è stato il più prolifico e brillante scrittore giapponese del dopoguerra e un personaggio imbarazzante per più di una ragione. In Giappone, hanno fatto discutere alcuni temi della sua narrativa e soprattutto la scelta di una morte teatrale legata a un passato ritenuto ormai lontano (lo scrittore si tolse la vita facendo seppuku), mentre all'estero il suo pensiero politico - spesso incompreso anche in patria - lo ha reso erroneamente un idolo del neofascismo. Più volte candidato al Nobel per la letteratura, assegnato invece al suo mentore Kawabata Yasunari, ha ottenuto numerosi riconoscimenti in tutti gli ambiti in cui si è cimentato: artista poliedrico come pochi altri, ha scritto romanzi, racconti e testi per il teatro, sia moderno che ispirato alla tradizione classica, nô in particolare (i suoi nô moderni sono stati rappresentati con successo pressoché in tutto il mondo); interprete di teatro kabuki come di pellicole cinematografiche, si è cimentato anche nel varietà; è stato giornalista, ad esempio per le Olimpiadi di Tokyo del 1964, e ha praticato con successo vari sport (nel kendo ha raggiunto il livello di 5° dan). A cinquant'anni dalla sua morte, Mishima monogatari, «racconti su Mishima», propone saggi di studiosi italiani e di vari paesi del mondo su alcuni aspetti della sua produzione, e cerca soprattutto di fare il punto sulla conoscenza di lui e della sua opera da parte del pubblico contemporaneo.