Scritto da un anonimo banchiere del XVII secolo, il testo apre uno squarcio curioso e talvolta irriverente sull'antichissima attività di prestatore di denaro. Attraverso consigli e precetti giustificati dalle Sacre Scritture, l'autore delinea i comportamenti che l'usuraio dovrà tenere per far prosperare i propri affari. Alcuni non privi di macabro umorismo. In realtà, proprio la non osservanza di questi antichi precetti è alla base delle crisi settoriali avvenute in Italia alla fine degli anni Novanta, con il fallimento generalizzato delle finanziarie specializzate in prestiti cambializzati fino alla grande crisi dell'inizio di questo secolo e ancora in corso.