La natura è rappresentata sin dall'antichità come un'intricata rete di relazioni tra i diversi elementi che la compongono: minerali, piante e animali sono dotati di proprietà utili e misteriose che l'uomo può sfruttare a suo vantaggio. La cultura arabo-islamica si iscrive in questa tradizione, ricevendo dal mondo tardoantico un'eredità multiculturale che sarà riorganizzata, ampliata e adattata a nuove esigenze, tra empirismo e tradizione letteraria. I prodigiosi effetti che derivano da una sapiente manipolazione della natura possono essere impiegati nel campo della farmacologia, in molte forme d'artigianato, nell'agricoltura ma anche volti all'intrattenimento e alla frode. Questo libro è dedicato al risvolto giocoso, meraviglioso e a volte fraudolento della "scienza delle proprietà". L'ampia antologia di fonti arabe offre uno spaccato vivace di questo sapere condiviso, delle credenze popolari, delle aspirazioni collettive e della vita quotidiana nelle strade delle metropoli del Vicino Oriente Islamico tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo.