Dopo il successo di "Pensare la fine", Marco Pacini torna sull'eco-problema del nostro tempo offrendoci gli strumenti per elaborare una filosofia dell'Antropocene a partire dall'idea scientifica di Zona critica: la sottile pelle vivente della Terra che si estende dalla sommità della copertura vegetale al fondo della falda acquifera. In queste pagine l'autore ci invita a interpretare ed estendere quest'idea oltre i confini delle "scienze dure" per approdare al campo delle scienze sociali. La Zona critica diventa così un concetto che mette a fuoco le interdipendenze non solo fra tutti i soggetti naturali, ma anche tra fenomeni e processi sociali, economici, politici: un teatro dell'interscambio, della complessità, della simbiosi, delle catastrofi e dell'equilibrio, ma soprattutto delle metamorfosi. Zona critica ci aiuta a elaborare un'ontologia del presente capace di farsi carico di tutte le conseguenze dell'attività di Homo Sapiens sulla Terra e di tutte le sue (inter)connessioni. Pertanto, l'impatto di ogni politica, di ogni teoria o prassi, non può più venire analizzato soltanto in riferimento alle dinamiche sociali, umane, ma anche alla luce delle azioni-reazioni di tutti gli altri coinquilini nella Zona critica. Completa il volume un'accurata analisi e decostruzione di molti "paradossi tech" del nostro tempo e dei curiosi intrecci tra ecologia e tecnologia, che in modo sempre più evidente costituiscono la trama del mondo.