Ci sono quasi sette miliardi di smartphone nel mondo, e ognuno è migliaia di volte più potente dei computer che ci portarono sulla Luna. Sono il simbolo più tangibile di una rivoluzione cominciata decenni fa nell'immaginazione degli scienziati che è proseguita nei laboratori di tutti il mondo: la rivoluzione delle nanotecnologie. Abbiamo imparato a costruire oggetti manipolando atomi e molecole. Mentre stiamo raggiungendo i limiti della miniaturizzazione dei circuiti elettronici, usiamo i punti quantici per fabbricare televisori e lampadine più efficienti. Con le nanoparticelle otteniamo superfici che «si mangiano» l'inquinamento, alimentate dalla luce del Sole. Useremo il grafene per migliorare le nostre batterie, diagnosticheremo malattie in laboratori costruiti su chip di pochi centimetri quadrati. Capiremo come per i ricercatori i successi sono importanti quanto i fallimenti, perché trasformare una scoperta scientifica in tecnologia è come camminare in un campo minato di imprevisti. Sapere come funzionano e cosa promettono le nanotecnologie del futuro è indispensabile per capire come possono migliorare la nostra vita, ridurre i nostri bisogni, mitigare le disuguaglianze.