Quest'opera è una pepita brillante e sorprendente del filone meno conosciuto dei lavori di Darwin, consacrato all'osservazione e alla sperimentazione botanica. Un filone apparentemente solitario, che invece si integra perfettamente nella sua teoria globale dell'evoluzione. Lo scopo, rendere compiuta sotto ogni aspetto l'idea della trasmutazione biologica, appare tanto modestamente sottaciuto da far supporre che Darwin non ne fosse pienamente consapevole. Il naturalista di Down procede nell'investigazione là dove lo conducono un'inclinazione, un'intuizione e un'immaginazione scientifica pressoché infallibili. Nell'individuare i movimenti e le "abitudini" secondo cui le piante rampicanti riescono a scalare i muri e gli alberi e, più in generale, nell'ascoltare e interpretare i sussurri degli steli, delle foglie e dei fiori del suo rigogliosissimo e attrezzatissimo giardino, Darwin da fitologo si fa fitosofo.