Il libro nasce in un momento storico triste e travagliato del nostro tempo, del Covid-19, dove si mediano forme comuni di sentire, percepire e sperimentare la cosa naturale, con forme più elevate di interpretarla scientificamente, come di rapportarvisi dal punto di vista economico e politico. Tutto questo chiama in causa ancora altre forme più complesse di interpretarla e di relazionarvisi, quali le religioni, le filosofie, le morali. E con esse lo sperare, il credere e il pensare. Il confronto è con i modi del credere, del pensare e dello sperare entro quelle che noi denominiamo tradizioni di pensiero. Queste hanno concepito diversamente i loro rapporti. La nostra convinzione alla luce di quanto ci viene anche da quella che abbiamo chiamato la protoscienza del Lucrezio e che ci ha portati a dare il titolo del nostro libro, è che la potenzialità, che può credersi essere il fondamento della speranza, non è una categoria ontologica della realtà, quanto piuttosto una categoria epistemologica, dell'episteme, cioè della teoria scientifica che analizziamo.