«Quel sorprendente paese che è il gulag, frantumato dalla geografia in arcipelago, ma unificato dalla psicologia in continente, è un paese quasi invisibile, quasi impalpabile, abitato dal popolo degli zek». Dal Circolo polare artico alle steppe del Caspio, dalla Moldavia alle miniere d'oro della Kolyma in Siberia, le "isole" del Gulag - l'organismo che gestiva i campi d'internamento nell'Unione Sovietica - formavano un invisibile arcipelago, popolato da milioni di cittadini sovietici. Nei Gulag è vissuta o ha trovato fine o si è formata un'"altra" Russia, quella di cui non parlavano le versioni ufficiali, e di cui Solzenicyn, per primo, ha cominciato a scrivere la storia. In un fitto intreccio di esperienze dirette, di apporti memorialistici, di minuziose ricostruzioni dove non un solo nome o luogo o episodio è fittizio, "Arcipelago Gulag" racchiude una tragica cronaca di quella che è stata la vita del popolo sovietico "del sottosuolo" dal 1918 al 1956. Una straordinaria opera corale che ha visto la luce per la prima volta a Parigi nel 1973. Questa edizione recepisce sia le importanti aggiunte e integrazioni apportate al testo dallo stesso Solzenicyn nel 1980, sia i successivi interventi, volti a esplicitare nomi e luoghi, effettuati nell'edizione curata da sua moglie nel 2006.