Dopo "I delitti di Alleghe" Toni Sirena ritorna sulla vicenda con un nuovo lavoro, indagando le ragioni più profonde un'inchiesta che si concluse cinquant'anni fa con tre condanne all'ergastolo. Nella ancor viva controversia tra innocentisti e colpevolisti, l'autore si schiera decisamente con i primi portando nuovi elementi di prova a sostegno della tesi dell'errore giudiziario e soprattutto ricostruendo i contesti storici e politici che condizionarono le indagini. Nella continua narrazione di questa vicenda, che da decenni si sviluppa attraverso i generi del romanzo, dell'articolo giornalistico, del cinema, del teatro, della docu-fiction, non è ininfluente una percezione della montagna come ostile e nemica che attraversa il Novecento: una "montagna assassina" - come scrive Comisso - che uccide con frane e sconvolgimenti tellurici. Gli abitanti della valle, figli di questa madre crudele, sono per questo motivo assuefatti al delitto.