Un calvo di sedici secoli fa lancia una sfida e offre al tempo stesso una consolazione: riuscire a eleggere a sistema un pensiero divergente, refrattario a quei giudizi sommari e luoghi comuni su cui si costruiscono anche i canoni estetici fornendo la "consolazione": sovvertire completamente le opinioni correnti sulla calvizie, facendone un pregio da esibire con orgoglio. Una testa senza capelli - assicura Sinesio - è segno di saggezza, di integrità morale, persino di buona salute; quella capelluta, invece, di tutto l'opposto. Le prove che il retore porta a favore della sua tesi non mancano, ne trova di schiaccianti nella storia, nella poesia, nella filosofia ed è abilissimo nell'arte della persuasione. Ma le ragioni per cui il suo "Elogio della calvizie" non può lasciarci indifferenti non finiscono qui: dopo una prima lettura si avverte che molto altro ancora siamo chiamati a scoprire tra le pieghe di questo testo; ciò accade perché, sotto la parvenza giocosa di un divertissement, esso muove corde profonde, proietta verso vertiginosi orizzonti di pensiero, spinge lo sguardo fino ai confini del cielo e mai lo distoglie dalle cose della vita e dalle forme del mondo. Non a caso questa edizione dell'Elogio si propone al lettore come un'autentica novità, fresca di soluzioni inedite nei punti più controversi del testo e coraggiosa, al punto da avanzare ulteriori ipotesi su questioni annose. Per tutto ciò si tratta di un lavoro quanto mai versatile, disposto a cambiar pelle a seconda delle mani che ne vengano in possesso, come dimostra la prefazione del filosofo Sossio Giametta.