Il dialogo De Providentia si presenta come la risposta di Seneca ad un quesito esistenziale dell'amico Lucilio (lo stesso destinatario delle Lettere morali), ovvero come mai possano capitare gravi (a volte insostenibili) disgrazie alle persone buone e virtuose, se la Provvidenza divina davvero esiste. Ricompare quindi una figura cara a Seneca, ovvero quella del sapiente in lotta contro le sventure. L'uomo saggio e virtuoso non può, per la verità, ricevere alcun autentico male: poiché è proprio il suo saper sopportare le avversità e gli ostacoli una prova della benevolenza divina. Se le disgrazie non esistessero, come si potrebbe mai mettere alla prova la virtù individuale? A cura di Mirko Rizzotto. Prefazione di Salvatore Primiceri.