L'assunto di partenza del "De brevitate vitae" è in aperto contrasto con il sentire comune: non è affatto vero che la vita è troppo breve; anzi, essa è fin troppo lunga se sappiamo utilizzare correttamente il tempo a nostra disposizione. Il torto di chi si lascia trascinare nel vortice delle occupazioni, è pensare che si debba vivere in funzione degli altri, del futuro, di tutta una serie di vane attività, senza tener conto di quel termine improrogabile che è la morte. La vita vera, invece, dovrebbe essere dedicata allo studio e alla pratica della sapienza, alla filosofia. Solo un'esistenza condotta sull'esempio dei grandi pensatori del mondo antico, sorda ai fervori della politica, alle ostentazioni, ai vincoli sociali, può regalare pace e serenità e, a suo modo, l'immortalità.