"Diario civile" testimonia il lato militante di uno dei più importanti intellettuali della seconda metà del Novecento. Una raccolta, a cura di Paolo Di Stefano, degli interventi apparsi sul Corriere della Sera in cui Cesare Segre ha indagato inquietudini, dubbi, malesseri e speranze del nostro tempo. È il 1988 quando il filologo e semiologo Segre inizia a ragionare pubblicamente sui temi che ogni giorno lo interrogano e stimolano le sue riflessioni. Ne nasce un dialogo sul contemporaneo che lo coinvolgerà per venticinque anni: venticinque anni di domande, analisi, critiche, ragionamenti, discussioni e anche accese polemiche intorno a letteratura e politica, società e religione, cultura e cambiamento. In queste pagine emergono infatti i molti volti di Segre: l'individuo attraversato dalla storia, che salda ricordi personali e narrazione collettiva ripercorrendo il suo essere scampato ai rastrellamenti nazisti, la tragedia della Shoah e «l'enorme sollievo» della Liberazione; il professore che ha a cuore l'istruzione dei giovani e il lavoro dei docenti, minacciato da riforme sempre più insensate; il linguista, preoccupato per l'appiattimento dei registri nell'uso dell'italiano e per il sempre maggiore ricorso, anche nei contesti più alti, al turpiloquio; il critico letterario, che si esprime senza concedere sconti a nessuno, saldo sostenitore della responsabilità etica di ogni intellettuale. "Diario civile" è assieme il testamento culturale di un grande letterato e un invito alla meditazione attiva sul mondo: a rendere vivo il passato, interpellare il presente e immaginare il domani.