La disabilità è una relazione sociale: non è un dato o un'entità che si possa concepire e vivere al di fuori di qualsiasi altra dimensione che non sia di tipo relazionale. Di fronte a persone con oggettive menomazioni prendiamo sempre posizione, classifichiamo, anche se non ne siamo consapevoli. Oggi abbiamo strumenti decisivi come il modello sociale della disabilità, la classificazione ICF, la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, oltre ai classici servizi e dispositivi dello stato sociale. Eppure, tutto ciò non è sufficiente a produrre generalizzate forme di autentico riconoscimento, partecipazione, sviluppo di sé. I pregiudizi, le paure, lo stigma, i pietismi sono ancora molto diffusi e radicati, nonostante la retorica inclusiva. Ancor prima di norme, leggi, investimenti e questioni tecniche, l'azione educativa in questo campo deve affrontare aspetti relazionali, culturali e sociali di fondamentale importanza. Con un approccio pluridisciplinare, il volume focalizza l'attenzione su una serie di temi su cui è necessario riflettere e interrogarsi per costruire azioni educative realmente centrate sulle persone, la loro biografia, il loro futuro, i loro rapporti.