Il "Bellum Iugurthinum" narra, in 114 capitoli, la guerra combattuta, per sei lunghi anni (dal 111 al 105 a.C.), dai romani contro Giugurta, re di Numidia. Il pretesto bellico offrì a Roma l'occasione per uno scontro durissimo fra la nobiltà detentrice del potere e i Populares il "partito democratico" che cercava la sua rivincita. A una nobiltà corrotta e venale, Sallustio contrappone una "borghesia" aggressiva e intraprendente, che intende affermare un concetto nuovo di nobiltà, ben incarnato da Gaio Mario, l'uomo del popolo che si è fatto da sé. Sallustio ripercorre le tappe della guerra indagando i torbidi retroscena del mondo politico romano e descrivendo le campagne militari condotte nello scenario e selvaggio di un paese "barbaro" contro un avversario sfuggente e irriducibile.