Difficile è orientarsi in una produzione dominata dalla letteratura di intrattenimento e in generale dagli interessi di mercato ma ancora più difficile è riconoscere il valore di opere messe ai margini dalla stessa logica che esalta solo quanto è già acclamato, previsto, scontato. Viceversa Massimo Raffaeli ha sempre lavorato sugli stereotipi e sugli idola tribus della comunità dei lettori cui come critico militante sente di appartenere. Di senso comune propone infatti una antologia di suoi articoli e di saggi brevi apparsi nello scorso decennio in "Alias", storico supplemento del quotidiano "il manifesto", e qui da Svevo a Fortini e Pasolini, da Flaubert a Bernard Malamud e Modiano, un intero campionario della letteratura moderna e contemporanea sfila sotto la lente di un critico che va al dunque dei libri che legge e il cui stile si caratterizza per essenzialità, chiarezza e per una inconsueta eleganza.