Dopo la svolta cognitiva, lo studio del linguaggio figurato si è concentrato quasi esclusivamente sui concetti metaforici convenzionali che alimentano il pensiero, l'espressione e il comportamento coerente. Questo volume punta a una visione più comprensiva seguendo due direzioni. Da un lato, rilancia con strumenti linguistici e filosofici adeguati lo studio delle metafore vive, per secoli al centro dell'attenzione come sostituti decorativi, ridefinendole come forme di valorizzazione creativa del conflitto concettuale e riconoscendo così la loro funzione insostituibile non solo nell'espressione quotidiana ma anche nella creazione poetica, filosofica e scientifica. Dall'altro, si propone di mettere a fuoco l'intero ventaglio delle figure, che si estende dal piano dell'espressione, con le figure di suono, di ritmo e di costruzione, alle figure dell'interazione comunicativa come l'iperbole, l'ironia o la litote, passando per le figure del contenuto concettuale: l'ossimoro, la metonimia, la sineddoche e, soprattutto, la metafora, la più ricca e multiforme, e dunque la più studiata, tra le figure. Il criterio unificante, valido per tutte le figure anche se declinato in forme diverse a seconda dei livelli, è la valorizzazione delle risorse linguistiche: le figure non sono né forme di trasgressione né sostituti decorativi, ma strutture che valorizzano il potenziale espressivo e creativo delle risorse linguistiche lasciato in ombra dai loro usi strumentali. In questo modo, le figure sono riammesse di diritto e come protagoniste nell'alveo principale della descrizione linguistica.