"Pubblicato per la prima volta nell'aprile del 1836 sul «Southern Literary Messenger», Il 'Giocatore di Scacchi di Maelzel' - in apparenza un nadir saggistico rispetto al Poe più genialmente visionario - si colloca in realtà nel cuore della riflessione estetica dello scrittore americano. [...] È l'acume per i dettagli, che consente a Poe di costruire perfette macchine narrative e di smontare insidiosi meccanismi come il Turco scacchista. Solo chi sa felicemente barare con le parole non può tollerare che vengano truccati i fatti, gli accadimenti materiali. Con logica stringente, Poe dimostra che l'automa ospita al proprio interno un essere umano in carne e ossa; l'incubo cibernetico di un campione artificiale della scacchiera (oggi nuovamente reale grazie ai prodigi computerizzati) viene provvisoriamente allontanato." (Dallo scritto di Roberto Barbolini)